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Gli occhiali, non si trovano più.
C’è un tipo di inquietudine che arriva in silenzio, quando ti accorgi che gli occhiali non sono dove dovrebbero essere.

Frughi nei luoghi abituali e poi in quelli più improbabili, sposti libri, fogli, oggetti, guardi in giro per casa ma niente.
Gli occhiali sono scomparsi (malgrado, sicuramente, siano a portata di mano).

Con la loro assenza viene a mancare la chiarezza, il confine netto tra le cose così come la possibilità di distinguere ciò che ti circonda.
Senza occhiali, il mondo si sfoca, le forme si confondono, gli spazi conosciuti diventano estranei.
E allora nasce un sentimento, quello della paura di non poter riconoscere ciò che fa parte del tuo reale, di muoverti a tentoni nel tuo stesso quotidiano.
È come perdere sicurezza e stare in un luogo un po’ più fragile.

Il timore non è tanto quello di aver smarrito gli occhiali, quanto quello di aver perso, anche solo per un attimo, la possibilità di vedere e comprendere davvero, perché la realtà rimane leggermente fuori fuoco.

Mentre continui a cercarli inizia un dialogo interiore.
Forse questa “scomparsa” è una richiesta: quella di dedicare maggiore cura, attenzione e tempo all’osservazione.
Quella di avere uno sguardo refrattario al consueto.

Sarà faticoso, ma ti si chiede l’impegno della contemplazione.

Photo by Mara Triplete Bonazzi

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