Categories:

Se riusciamo a permetterci una sosta, anche solo per pochi giorni, quando l’Estate diventa torrida, possiamo cogliere degli insegnamenti, quasi una forma di saggezza, nel caldo estivo.

Il primo insegnamento ci richiama alla lentezza.
Quando il caldo avvolge ogni cosa con il suo peso, i nostri gesti si fanno più lenti, quasi esitanti, come se il corpo stesso cercasse di sintonizzarsi con un ritmo rallentato del mondo.
Ma non è solo il corpo a cedere: anche il pensiero abbandona l’urgenza del fare, del risolvere.
In questa sospensione, che a prima vista può sembrare solo stanchezza o inerzia, si nasconde una virtù dimenticata: la possibilità di pensare senza fretta.
Il caldo impone una tregua all’efficienza, costringe alla pausa, all’inazione creativa, al vagabondaggio.
Così, il caldo che intorpidisce diventa maestro silenzioso: ci insegna che non tutto ciò che rallenta è perdita di tempo e che, a volte, solo fermandosi, si può davvero vedere.

Il secondo insegnamento ci porta alla riabilitazione della pigrizia.
In essa c’è una bellezza quieta: è il tempo che si dilata, lo sguardo che si posa sulle piccole cose, l’arte di godere dell’attimo senza l’ansia di produrre.
Non è svogliatezza, ma un altro modo di amare la vita con lentezza, con grazia, con misura.

ll pigro non è svogliato: è selettivo.
Valuta, pondera, poi decide se vale davvero la pena muoversi.
E spesso, con grande lucidità, conclude di no.
Una saggezza antica.

Photo by Web

1 Stella2 Stella3 Stella4 Stella5 Stella (4 voti, media: 5,00 su 5)
Loading...

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *