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Sottrarsi al conformismo attuale è un atto di coraggio silenzioso, spesso invisibile, ma radicale.
In un tempo in cui l’identità è mercificata, l’opinione omologata e la velocità scambiata per progresso, avere il coraggio di sottrarsi è un gesto filosofico.

Non si tratta di ribellione per principio, ma di fedeltà a un pensiero critico, che rifiuta l’automatismo dell’omologazione.
Chi si sottrae lo fa per onestà: intuisce che vivere autenticamente richiede distacco, riflessione e, talvolta, solitudine.
È il coraggio di chi sa fare un passo indietro quando tutti applaudono, di chi rifiuta scorciatoie, slogan, apparenze e sceglie la lentezza della coscienza, la fatica della coerenza.
In una realtà che premia il consenso e teme il dubbio, sottrarsi è un atto di libertà interiore, forse il primo passo verso una vera emancipazione.

Photo by Mara Triplete Bonazzi

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