Non è un augurio superficiale, anzi, è un invito radicale, quasi sovversivo, in un mondo che spesso dimentica l’incanto.
Dire “che la bellezza vi accompagni” significa augurare che ciò che è armonia e profondità non vi abbandoni mai, nemmeno nei momenti più difficili.
La bellezza, in senso filosofico, è ciò che risveglia, che scuote, sorprende, quasi spaventa ma non intimidisce né ti blocca e congela.
È la forma sensibile del bene, diceva Platone.
Voler essere accompagnati dalla bellezza non significa viversi come protagonisti di uno shooting, ma camminare nella realtà con uno sguardo che sa cogliere il mistero in un gesto, in una parola, in un silenzio.
È scegliere di non cedere all’insignificanza e di non spegnere lo stupore.
Perché, alla fine, chi sa vedere la bellezza anche nei frammenti, non si perde.
Che la bellezza vi accompagni, allora, non per distrarvi ma per condurvi all’essenza del reale, delle relazioni, del pensiero.
Quando posti una frase come questa nel messaggio di saluto per il nuovo A.A, ti chiedi come ti sia venuto in mente e ti fai
un’auto-tenerezza infinita perché, in fondo, vuol dire che ci credi almeno ancora un po’.
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