INDICE

Introduzione
Capitolo 1. Uguaglianze e diversità. Le domande da cui iniziare.

# Persona e personalità: da dove partire?

# Lo studio della Persona e le questioni iniziali.

# Una mappa per orientarsi: i Quadranti della Personalità.

Capitolo 2. La Personalità postmoderna.

# Dall’epoca moderna a quella postmoderna.

# Le nuove forme dell’Io postmoderno.

# La cultura della diversità, dell’omologazione e il falso Sé.

# Il mondo virtuale come metafora del mondo reale.

Capitolo 3. Le basi biologiche della personalità.

# Gli antecedenti storici delle teorie costituzionali.

# Il volto e l’anima. La fisiognomica e la frenologia.

# Altre tradizioni della prospettiva biologica.

Capitolo 4. Come l’ambiente modella la Personalità.

# Ambiente geofisico e differenze individuali.

# Ambiente e persona: la valenza psicologica della casa.

# La vacanza: il Sé liberato.

# Le fonti culturali della personalità.

Capitolo 5. Itinerari dell’Io. Le piccole variabili della personalità.

# Ordine di nascita.

# Il valore simbolico del nome.

# Personalità e scelta dello sport.

# Gusti alimentari e differenze individuali.

Capitolo 6. Pensare, vivere, sentire il mondo. L’importanza degli stili cognitivi, espressivi, relazionali, emotivi.

# Percepire e pensare a proprio modo: gli Stili cognitivi.

# Altre interpretazioni della realtà. Il Luogo di Controllo, l’Umorismo & l’Ottimismo.

# Modi di esprimersi: gli Stili comunicativi.

# Stili relazionali: le strategie nel rapportarsi agli altri.

    # Conflitti & relazioni.

    # Solitudine: chi la teme e chi la cerca.

# Tipologie di stili emotivi: gli alti e bassi dell’umore.

Conclusioni.
Bibliografia.



Se facciamo attenzione alle parole che usiamo quando formuliamo i nostri giudizi sugli altri e ascoltiamo in particolare le espressioni che scegliamo, le immagini che utilizziamo per descriverli, potremmo accorgerci che le frasi impiegate rappresentano le nostre credenze, i nostri valori, i bisogni, i desideri; nascono dalle esperienze di vita, dai ruoli intrapresi, dalle relazioni di cui siamo parte.

Tutti noi, effettivamente, possiamo contare su una specie di equipaggiamento psicologico costituito da informazioni, intuizioni, conoscenze, senso critico, esame della realtà senza il quale ci sarebbe impossibile qualsiasi rappresentazione di noi stessi e qualsiasi relazione con gli altri. E’ un prerequisito indispensabile per la nostra esistenza quotidiana, per le azioni che dobbiamo compire, per le scelte che siamo impegnati a fare.

Non si potrebbe elaborare un progetto individuale, definire una relazione con un amico, un partner; non si potrebbe curare un paziente o educare un allievo se non si avesse una qualche idea di come le persone “funzionino”, di quali sono i loro bisogni, le preferenze, le loro inclinazioni, i punti di forza e di debolezza.

Riconoscere ciò che è unico o comune nelle diverse individualità non è una prerogativa esclusiva degli psicologi quanto piuttosto una predisposizione che abita in ognuno di noi: non possiamo fare a meno di chiederci che tipi siano le persone che incontriamo e, in un attimo, ci poniamo una delle domande fondanti della Psicologia della Personalità. Ma dobbiamo però fare molta attenzione.

E’ evidente che parecchie convinzioni del senso comune sono delle mere approssimazioni che possono svolgere una funzione importante soprattutto quando non ci sono conoscenze o informazioni più dettagliate ma, anche, che è dannoso e insensato ostinarsi a conservarle immutate.

È incontestabile che la prima impressione sia importante così come ci suggerisce il buon senso o la psicologia ingenua ma non possiamo arenarci su questo valore di giudizio. Dalla psicologia, ma anche da una persona con un buon livello di consapevolezza individuale, dobbiamo aspettarci di più dell’istinto e di una saggezza distillata. Possiamo confidare, ad esempio, sulle nostre intuizioni ma senza sottovalutare l’importanza delle situazioni. Uno sguardo neutro non esiste: ricordiamolo. Se si assume come punto di vista una messa a fuoco diversa, anche i difetti possono diventare dei pregi, o viceversa. Una persona la possiamo definire avara o parsimoniosa. La differenza sta nel rapporto che abbiamo con lei e il suo denaro ma non solo: la nostra attenzione ha focalizzato tutti gli elementi a disposizione? Stiamo vivendo in un momento di crisi e questa persona ha dei problemi di bilancio? Forse è questa la situazione che fa la differenza. Ciò che a noi può apparire come timidezza ad altri sembra discrezione o buona educazione. Certe pratiche relazionali, inserite in un contesto culturale d’altri secoli, paiono sintomi inequivocabili di “perversione”, oggi sono letti come il chiaro indizio di uno stile relazionale maturo e differenziato.

Spesso ciò che diciamo delle persone e che traduciamo in giudizi, appartiene più a schemi di pensiero e di significato precostituiti piuttosto che a vere letture della loro natura e carattere.

L’obiettivo di questo testo è presentare linee di approfondimento e riflessioni: una sorta di guida per conoscere meglio se stessi e gli altri.

Quello psicologico va visto come un sapere che serve per raggiungere una maggiore autoconsapevolezza che diventa, a sua volta, utile per interagire più efficacemente con gli altri. Quanto più si diffondono queste conoscenze insieme all’esercizio del senso critico, tanto più si arricchiscono le competenze riflessive dell’intera società: nell’istruzione, nelle relazioni, nella formazione ai valori e, fortunatamente, anche nella vita di tutti i giorni.

Il costrutto di personalità è uno dei più utilizzati nella vita quotidiana e, per questo motivo, può apparire abbastanza facile e intuitivo. Ma la sua semplicità è solo apparenza.

Le difficoltà cominciano subito a livello linguistico. Quali differenze esistono tra i numerosi termini utilizzati per parlare dell’oggetto di cui ci stiamo occupando? Personalità, temperamento, carattere, identità? Non descrivono la stessa cosa. Ognuno di essi esprime una sua sfaccettatura completamente differente. In secondo luogo: se il costrutto di personalità fosse così intuitivo, come mai esistono al riguardo così tante prospettive teoriche, molto differenti le une dalle altre? Dal punto di vista operativo, quali sono i parametri e i criteri di valutazione per classificare in modo valido e pertinente le persone liberandosi dai giudizi (e pregiudizi) della psicologia ingenua? E ancora, abbiamo mai riflettuto riguardo a chi tiene le fila del nostro comportamento e sulle profonde influenze della Natura e della Cultura nella definizione della nostra personalità e di quella delle persone accanto a noi?

Infine, quanto parlano di noi le “piccole fonti dell’Io”? Quelle variabili occasionali e situazionali così numerose e rilevanti, nate dallo scambio tra fattori innati e disposizionali, che ci rendono così profondamente originali?

Le difficoltà non ci spaventino: è qui che risiede il fascino dello studio delle somiglianze e delle differenze, studio che però richiede un attento equilibrio tra la lucidità delle conoscenze scientifiche e la curiosità per le “bizzarrie individuali”.

D’altra parte se la psicologia è lo studio del comportamento in generale quella della personalità può essere intesa come la scienza del comportamento dell’individuo.

Questo testo vuole essere una guida leggera e garbata nel cammino verso una maggiore consapevolezza dell’unicità della propria personalità.

Seguendo l’esortazione dell’antico Oracolo, la prima grande sfida è conoscere se stessi, rispondere alla domanda “chi sono io?”, per conoscere meglio gli altri.

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