Categories:

“La sapienza antica ribadiva che ci sono state date due orecchie per ascoltare il doppio e una sola bocca per parlare la metà”.
(S. Carotta, N. Polla-Mattiot, “Fare silenzio”, 2025).

Il silenzio è una voce profonda, parla dove le parole falliscono e dona energia a chi sa ascoltarlo.
Nel chiasso ininterrotto della modernità, appare come un’assenza da colmare con parole, rumori, notifiche.
Eppure il silenzio non è mancanza ma presenza piena.
Precede e segue la parola come la cornice di un quadro che ne permette la forma.
Il silenzio diventa la condizione per l’ascolto vero, quello che non cerca di rispondere, ma di comprendere.
In molte tradizioni filosofiche è lo strumento con cui l’uomo entra in contatto con il mistero, con ciò che non può essere detto, ma solo vissuto.
È il linguaggio delle parole dell’intimità, della presenza pura: è un atto di comunicazione.

Due persone che tacciono insieme senza disagio sanno che il silenzio può essere espressione di rispetto, di attesa, persino di amore.
Può comunicare dolore più profondamente di un lamento o rivelare una verità che le parole distorcerebbero.
Quando è consapevole, attivo, presente, diventa gesto che guarda, accoglie, custodisce.
In un mondo in cui tutto urla per essere notato, è l’ultimo atto rivoluzionario.
Il silenzio, in fondo, non è altro che la parola portata al suo massimo grado di purezza.

Photo by Mara Triplete Bonazzi
(Scultura di Rabarama)

1 Stella2 Stella3 Stella4 Stella5 Stella (2 voti, media: 5,00 su 5)
Loading...

Tags:

One response

  1. Davvero un bellissimo libro che consiglio a tutti di leggere: siamo immersi nel rumore ed è difficile stare nel silenzio.
    Quando feci un campo con gli scout in Norvegia nel 1975, sono stato in una steppa dove per me il silenzio faceva rumore. Non si sentiva assolutamente nulla e per me era un grande rumore del silenzio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *