Il tocco delle mani è uno dei gesti più antichi e profondi capaci di comunicare ciò che, a volte, le parole lasciano irrisolto.
Il tatto è il primo senso a svilupparsi: con esso impariamo a distinguere il confine tra il sé e l’altro, tra ciò che accoglie e ciò che respinge.
Le mani, quando si incontrano, parlano.
Il contatto fisico, una carezza, una stretta, un semplice sfiorarsi
possono creare alchimia magica, sicurezza, oppure distacco o, addirittura, fastidio.
Il tocco è un’esperienza di reciprocità.
Non si può toccare senza essere toccati.
In questo risiede la sua verità: ogni mano che si tende verso l’altro è anche un’apertura di vulnerabilità.
Il gesto del toccare diventa un atto etico, un incontro tra soggetti che si riconoscono nella loro umanità condivisa.
Il potere del tocco non sta nella forza, ma nella presenza.
È il linguaggio silenzioso, un ponte tra corpi.
In un mondo che spesso anestetizza il contatto, riscoprirne il valore è un atto di consapevolezza e connessione.
Photo by Mara Triplete Bonazzi
2 Responses
Grazie per le tue sollecitazioni come sempre: il tocco leggero della pelle comunica sempre qualcosa di molto profondo ed una alchimia che non è razionalità.
Grazie come sempre
Ho un ricordo vivido delle mani strette a quelle di mio padre…. il significato profondo era quello di conflitto struggente di trattenere e lasciar andare …. ha vinto il secondo.
Ma la consapevolezza di quel contatto che non mi lascerà mai rappresenta la forza degli affetti e della vita stessa.