Temuto da molti, portafortuna per altri.
Tutto potrebbe cominciare con un dipinto, con Gesù assieme ai dodici apostoli, Giuda compreso. Ma il tredici è un numero con troppe connessioni.
Qualche anno fa «fare tredici» significava vincere una fortuna al Totocalcio; l’Apollo 13 è stata una missione lunare sfortunata è vero, ma andando molto indietro nel tempo, per i Maya tredici erano le fasi lunari in un anno di dodici mesi e quindi il tredici era un numero sacro; per i giallisti, in primis Agatha Christie, essere Tredici a tavola poteva indicare una situazione scabrosa o pericolosa.
Tredici è anche il settimo numero della successione di Fibonacci; rari sono però i fiori con tredici petali.
Tra scienza e letteratura, musica, arte e sport, questo libro è il racconto di liberi e affascinanti nessi tenuti insieme da questo numero.
Vittorio Marchis, professore emerito del Politecnico di Torino, da oltre vent’anni si occupa di storia sociale e antropologia delle tecniche.
Tra i suoi libri: «Storia delle macchine. Tre millenni di cultura tecnologica» (Laterza, 2005), «Autopsia di uno smartphone» (Libria, 2025).
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