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A volte mi capita di pensare ai solchi lasciati dal tempo e cercare le parole giuste per celebrarli.

“Il volto più scavato che si possa immaginare, un volto dalle rughe millenarie, ma in nessun modo irrigidite perché animate dal tormento più contagioso ed esplosivo. Non mi saziavo di contemplarle” (E. Cioran).

Photo by me, particolare della mostra fotografica “Portraits” di Lee Jeffries, Museo Diocesano
(27/1/2023-16/4/2023)

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3 Responses

  1. Breve nota, “a margine”…
    Negli ultimi tre anni, i pazienti tra i 18 e 34 anni che hanno fatto ricorso alla chirurgica estetica sono stati più numerosi di quelli tra i 50 e 60 (dal libro Génération Bistouri, di Elsa Mari e Ariane Riou, ed. JC Lattès).

    • Le vecchie generazioni erano alla ricerca di altre “perfezioni”.
      La “chirurgia”, più che estetica, era spesso rivolta a correggere quello che non veniva accettato di se stessi sul piano etico, comportamentale, sociale.
      A volte con eccessi di sensi di colpa, magari non del tutto motivati.
      Con le dovute differenze individuali, ovviamente, il lavoro sulla propria persona era più interno che esterno.

  2. Non ti dimenticare mai che ogni attimo è un dono unico e prezioso, non sprecare il tuo tempo disperdendo energie in cose che non contano e che, anche se ti danno un po’ di gratificazione momentanea, non sono però in grado di rispondere ai bisogno più profondi del tuo spirito.

    Chiara Amirante

    Ho trovato questo pensiero molto bello e lo volevo condividere …..

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