“Prendiamo il caso degli insulti: che cosa vuol dire essere insultati?
Poniti vicino a una pietra e insultala.
Che concluderai?
Se uno ascolta come una pietra, che vantaggio ricava chi lo insulta? Se, invece, l’insultatore può contare sulla debolezza dell’insultato per fare breccia nel suo animo, allora ottiene qualcosa”. (Epitteto, Diatribe, I, 25, 29)
Un grande classico che non vale solo per gli “insulti” ma, soprattutto, per i dialoghi.
Parlare a chi non ascolta è una sfida delicata.
È assodato che non tutti i momenti sono adatti alla comunicazione: bisogna comprendere quando continuare e quando interrompersi.
Non sempre si può far breccia. anche con chi si conosce da una vita…
C’è bisogno di equilibrio tra intimità e delicatezza, perché la familiarità può rendere i meccanismi di difesa più forti.
È un gioco di ruoli: roba delicata!
A volte, accettare il silenzio o la distanza è un modo per rispettarsi e amarsi.
Ma come si fa a capire il “quando & come”?
Photo by Mara Triplete Bonazzi
One response
Infatti… fermiamoci a pensare. Quante volte succede di non comprendere o non essere compresi ?
Quante volte si sbagliano i tempi di silenzio e parole ?
Spesso comunque il silenzio è vincente.
Spesso l’assenza dice piu’ della presenza.