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A quanto pare, scrivere “mi ricordo”, funziona diversamente rispetto al pronunciare, “mi ricordo”.
Succede qualcosa di affascinante.
Un incantesimo.
L’atto stesso di scrivere le parole “mi ricordo” genera ricordi, di solito immagini molto specifiche o eventi del passato, a cui spesso non pensavamo da anni.
Scrivere le parole “mi ricordo” implica un atto sia motorio, sia cognitivo che emotivo.
Un ricordo porta a un altro, spesso innescando una catena di associazioni.
(Siri Hustvedt, La donna che trema, Einaudi).

Forse, qualche esercizio quotidiano del “mi ricordo”, ci aiuterebbe a recuperare dei pezzi di Vita perduta.

Photo by Mara Triplete Bonazzi

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3 Responses

  1. Quanto vorrei “scrivere” un ricordo che ho nella mente. Ahimè viviamo troppo di corsa, non troviamo la penna al momento giusto, non abbiamo un taccuino a portata di mano e la scrittura svanisce. Per fortuna la mente rimane e da un ricordo all’altro si può non dormire più di notte per raccontarsi il ricordo.
    Grazie del meraviglioso pensiero come sempre …

  2. ”Mi ricordo” … spesso è un rivivere nel bene o nel male
    ma, va da sé, vogliamo fortissimamente ricordare solo il bene …. ed è meglio cosi ….

  3. Io ricordo, e scrivo, ho bisogno di fermare gli attimi, non solo nella mia mente e quindi scriverlo è l’unico modo per lasciare una traccia. È come una fotografia, fermi l’attimo e poi, come una fotografia, puoi andare a ritrovare il ricordo, quei momenti, che, probabilmente, col passare del tempo la mente potrebbe “lasciar andare”

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