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“Imparerai la vita delicata”.
Questa è l’indicazione che il ciliegio dà a Chandra Candiani.

La vita delicata richiede di non forzare, di fare sì che “i gesti diventino forme di cura e di creazione di nuovi passaggi per attutire il dolore e vivere pienamente l’attività”.

I visitatori celesti, parla di ciò che per noi c’è di più intimo, che, se non fosse detto da una voce delicata come quella di Chandra Candiani, potrebbe sembrare sconveniente: come il corpo, il dolore fisico, la malattia, la vecchiaia, la morte.

Perché questi sono i visitatori celesti: “sono quattro figure che portano un messaggio: non si scappa dall’invecchiare, dall’ammalarsi, dal morire, ma c’è una Via, opposta all’oblio, che nell’affrontarli trascende il danno e la sofferenza.
Sono ‘messaggeri’, perché portano un messaggio che risveglia, e ‘celesti’ perché ci aprono la soglia di significati altrimenti ignorati”.

Ma, come scrive Candiani, non sempre sono accolti come messaggeri.
Per lo più sono fatti oggetto di odio e suscitano crucci, si fa fatica ad accoglierli.

Dall’articolo di Giorgio Morale

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